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Paris 2010

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L’idea di tornare ancora a Parigi nasce inaspettatamente, durante una cena tra amici.

Veniamo infatti invitati ad aggregarci a un nutrito gruppetto di persone, che sfrutteranno il week-end del 29 giugno, festa patronale a Roma, per visitare la capitale francese.

Il resto della comitiva ci raggiungerà in serata, noi infatti siamo i primi ad arrivare con un volo Easyjet, che atterra puntualmente ad Orly alle 11:45, mentre al ritorno la medesima compagnia ci farà sputare lacrime e sangue, equiparandoci ad un carro bestiame, ma questa è un’altra storia, menzionata per esclusivo dovere di cronaca.  

Solita prassi, con l’acquisto del Paris Visite Pass, ed il successivo Orlybus fino alla piazza Denfert-Rochereau, dove prendiamo la metro. Avremmo voluto soggiornare in altri posti, ma viaggiando stavolta in compagnia, decidiamo di stare assieme a tutti gli altri nell’hotel da loro prenotato, e raggiungiamo pertanto Place de la Nation, dalla quale imbocchiamo in breve Rue Guénot, piccolo vicolo che si dirama sulla destra del grande Boulevard Voltaire. L’Alfa Hotel Nation http://www.alfahotel.fr/iindex.htm non è granché e lo sapevamo ancor prima di partire, ma per una tripla comunque pulita paghiamo solo sessanta euro, malgrado si presenti pressoché priva di arredamento ed annoveri un angusto bagno in plastica dove a malapena riesco ad entrare. La zona limitrofa è invece gradevole, essendo tra l’altro più finanziaria che turistica, con tantissimi bistrot che si animano all’ora di pranzo, quando vi si riversano una miriade d’impiegati in pausa, senza contare che a Nation s’intersecano varie linee della metropolitana, oltre alla linea A della Rer, che sfrutteremo per tornare un giorno a Disneyland Paris.

Consiglierei dunque l’Alfa Hotel?

Considerato che una camera doppia costa a malapena circa quarantacinque euro, a qualcuno che vorrà risparmiare e trovarsi simultaneamente in una comoda ubicazione da cui spostarsi agevolmente, direi senza dubbio di sì, a patto che sappia anche accontentarsi e chiudere talvolta un occhio.

A buon intenditor… 

Parigi dunque, prepotentemente Parigi.

Ci lasciamo ancora una volta prendere per mano da questa raffinata ed ammaliante signora, la quale si dimostra immancabilmente pronta a sedurci con il suo grande fascino, consapevole che avvertivamo ormai da tempo la sua mancanza.  

Se c’è una cosa che negli anni ho imparato sempre più ad amare nei miei viaggi, è quella di tornare negli stessi posti senza dover necessariamente visitare qualcosa, ma con il mero scopo di girare liberamente tra i luoghi che già conosco, d’intrufolarmi istintivamente in qualche viuzza, attratto magari da un invitante profumo o dalla semplice curiosità, sempre accompagnato dal piacevole desiderio di sperimentare qualche nuovo locale. Così, anche stavolta, trascorreremo il  soggiorno parigino accompagnando i nostri amici in luoghi precedentemente visitati, e vivendo quotidianamente la sensualità di Parigi, che in questi giorni presenta delle condizioni climatiche abbastanza anomale, superando sovente i trenta gradi e splendendo costantemente il sole, che rende terso il cielo, ed ancora più incantevole questa seducente città. 

Iniziamo a rinverdire i ricordi prendendo la metro 1 alla stazione di Nation e scendendo successivamente alla fermata St. Paul, ubicata sulla Rue de Rivoli, dalla quale passeggiamo fino a l'Île St-Louis attraversando la Senna sul Pont Marie. Il gelato guarnito con crema chantilly di Berthillon http://www.berthillon.fr/ al 29-31 di Rue Saint Louis en l'Ile, tra le mie vie preferite, rappresenta per noi un must, nonostante la massiccia affluenza turistica, assai evidente in questo periodo. Attraversiamo in breve il Pont St.Louis ed il successivo Quai de l’Archeveve, che annovera a mio avviso gli scorci più suggestivi della Cattedrale di Notre Dame, salvo poi imboccare il Quai de Montebello, per continuare a passeggiare spensieratamente affianco ai suoi innumerevoli Bouquinistes, altri decadenti simboli turistici per antonomasia, ma che assieme alla suddetta cattedrale incorniciata dagli alberi, rendono assai suggestiva, romantica e tanto parisienne la visuale d’insieme. 

Al numero 9 di Rue des Quatre Vents, in piena zona Odeon, ritroviamo invece per un robusto aperitivo La Cremerie http://www.lacremerie.fr/, dopodiché, approfittando anche della riduzione dei biglietti d’ingresso praticata il venerdì dopo le diciotto, accontentiamo nostra figlia e varchiamo a distanza di anni la soglia del Louvre, puntando direttamente alla sezione egizia.  

Trovarsi a Parigi verso le 22, ma ancora con la luce del giorno, rappresenta indubbiamente una novità per noi. Ci rechiamo per cena al 34 di rue du Colisée, una stradina laterale sugli Champs-Élysées dove, su consiglio dell’amico Max, raggiungiamo dopo qualche centinaia di metri le Boeuf sur le Toit http://www.boeufsurletoit.com/, elegante brasserie il cui ingresso è tutto un programma, con un anziano signore intento ad aprire sapientemente centinaia di ostriche e frutti di mare, esposti in bellavista su un immenso letto di ghiaccio. Una gioia per la vista, ma soprattutto per il palato, considerato che vi torneremo ancora nei prossimi giorni. Eccellenti frutti di mare, encomiabile crème brûlée, ed ottimo Muscadet, che continuo personalmente a preferire al blasonato Chablis, d’altra parte come si dice, de gustibus non disputandum est…  

Dopo una gita scolastica in quel di Roma, Valentina ritrova estasiata Claude Monet al Musée d’Orsay, artista le cui opere le hanno preso evidentemente il cuore, e che casualmente considero da sempre anche il mio impressionista preferito. Ci riempie davvero di gioia constatare come lei e Giulia, l’altra bambina coetanea del gruppo, ammirino con entusiasmo e nutrito interesse i tanti capolavori esposti nel celebre museo.  

La calura parigina è in questi giorni a tratti opprimente, e le rive della Senna traboccano letteralmente di gente in cerca di refrigerio, così come l’affollata Square du Vert Galant, è un vero e proprio inno alla gioventù. 

Gli Champs-Elysées rappresentano invece il solito inno al turismo, ed alla conclamata gloria della Ville Lumière, ma in questi giorni offrono anche lo spettacolo dovuto ai festeggiamenti calcistici delle varie nazionali impegnate ai mondiali sudafricani, che hanno avuto maggior fortuna dei casalinghi “bleus”. Ci sorprende soprattutto la costante baldoria, a tratti forse eccessiva, della nutrita presenza di supporters portoghesi. Anche Place du Trocadéro, oltre ad offrire la consueta spettacolare veduta sulla Tour Eiffel, regala in questo periodo anche lo visuale della sottostante piazza gremita di gente, letteralmente incollata davanti al maxischermo che trasmette le competizioni. 

Presso Les Caves Augé http://www.cavesauge.com/ in Boulevard Hausmann n. 8, smarriamo i nostri sensi tra centinaia di pregiate bottiglie, ed a quanto ci raccontano, sembra che anche lo stesso Marcel Proust fosse un habituè di questa fantastica enoteca 

Passeggiare nel Marais è sempre gradevole, anche se lo troviamo particolarmente affollato. Addolciamo dapprima il nostro palato da Florence Finkelsztajn http://florence-kahn.fr/, mentre successivamente ci spostiamo al numero 47 di Rue Bretagne, dove abbiamo appuntamento con una collega residente di una nostra amica, al fine di cenare da Chez Omar, ristorante marocchino da lei prenotato, i cui tavoli esterni sono purtroppo tutti occupati da parigini. Ci accomodiamo pertanto dentro, in compagnia di una calura asfissiante, che stride terribilmente con il cous cous servitoci in porzioni generosamente abbondanti. Nonostante abbiamo grondato sudore durante tutta la cena, le pietanze serviteci oltre al cous cous di carne e di verdure, come le brochettes di agnello ed il filetto di tonno alla griglia, sono state tutte comunque buone.  

Le condizioni climatiche di questi giorni, se da un lato rendono faticose le visite giornaliere, dall’altro conferiscono alle serate un’atmosfera unica, poiché anche passeggiare semplicemente nella Ville Lumière senza meta, con temperature gradevolissime, equivale a magia pura. 

Parigi, la seducente Parigi però lo sapeva, bastava solo abbandonarsi a lei senza porsi troppe domande. 

Avendo già pagato dazio per accontentare nostra figlia tre anni or sono, schiviamo la mastodontica fila per eccedere sulla Tour Eiffel, a quanto sembra sempre più affollata, ma trovandoci a Parigi con due bambine, non possiamo certo esimerci dal tornare a Disneyland, così come non possiamo sottrarci alle incredibili code che si sviluppano all’ingresso dei vari giochi, mentre fa un caldo boia e splende perennemente il sole… che qualcuno abbia pietà di noi. 

Trascorriamo una piacevole serata a Le Baron Rouge, gradevole locale ubicato al n. 1 di rue Théophile Roussel, non distante da Place de la Bastille, dove il tempo scorre velocemente tra bottiglie di allegro vinello spillato direttamente dalle botti, assaggi vari di charcuterie, confusione e tanta allegria. http://www.wineterroirs.com/2004/08/paris_wine_bars.html   

La superturistica Place du Tertre esercita sempre il suo fascino nei confronti di chi la visita per la prima volta, mentre le bambine si divertono un mondo a farsi immortalare dai locali ritrattisti, mostrando un’aria seriamente compiaciuta. 

Visitiamo invece per la prima volta anche noi la Sainte-Chapelle, malgrado l’avrei onestamente evitata onde schivare di riflesso la lunga fila per accedervi.  

Al 64 di Rue Veille du Temple troviamo Robert et Louise http://robertetlouise.com/, localino che mi sento di straconsigliare e che si presenta con pochi tavoli, purtroppo già tutti occupati al piano superiore, con un bel camino in fondo alla saletta, sulla cui brace sfrigolano succulente bistecche, con un servizio casalingo, ma soprattutto con informalità, proprio come piace a me. Veniamo fatti accomodare al piano inferiore, poco male però, perché l’ambiente è più fresco e si sta davvero bene. Pagando un prezzo più che onesto, ordiniamo alcuni piatti di salumi misti, delle spettacolari costate di manzo per due o tre persone, ed un paio di buone bottiglie di Pinot Noir, che andranno ad allietare la nostra serata, dopodiché passeggiata serale nell’animatissimo Marais. 

E’ già tempo di lasciare Parigi, ma senza fare bilanci o considerazioni. 

Lei è lì, osservandoti in silenzio mentre ti vede partire, sapendo bene quanto fascino eserciti su di te, mentre tu ben sai che quanto prima, senza fare troppi programmi, tornerai a gettarti tra sue le seducenti braccia, perché questa colta, sofisticata ed attraente signora, sa farti ogni volta sognare, perché lei, Parigi, è amabilmente consapevole di essere unica. 

                                                                             Benedetto Antonucci