L'escursione sul Fiume Kwai
ha comportato una buona esperienza, sebbene non posso reputarla in
tutta sincerità particolarmente entusiasmante.
Kanchanaburi, capoluogo dell'omonima provincia mi è piaciuta.
Cittadina vibrante, che ha fatto della ricostruzione del famoso
ponte la sua attrattiva principale, è frequentata da parecchi
turisti, sia thailandesi che stranieri.
Vi si trovano infatti alloggi per
tutte le tasche, nonché varie scelte per cenare.
A tal proposito consiglierei
decisamente il mercato notturno ubicato nei pressi della stazione
degli autobus, dove abbiamo gustato degli incredibili e
superpiccanti kuaytiaw phat khii mao, oltre ad uno squisito riso al
mango mai provato prima, mentre la zona spiccatamente più turistica
e densa di negozietti, internet point, bar con karaoke e
guest-houses si trova lungo Thanon Mae Nam kwai.
Le attrattive da visitare in città
e negli immediati dintorni sono molteplici, e tramite le varie
agenzie locali è possibile organizzare diverse escursioni.
I posti da visitare in città e
negli immediati dintorni, sono effettivamente numerose.
Tra i vari templi, quello a mio
avviso più meritevole, ovvero il Wat Tham Khao Poon, il quale
si trova una quindicina di chilometri fuori città, ed è rinomato per
i corsi di meditazione, alcune belle grotte ricche di stalattiti e
svariate statue di buddha.
Ovviamente in città si tende a dare
molto risalto al conflitto bellico, con il ponte a recitare la parte
dell’assoluto protagonista, ed i vari musei/cimiteri di guerra a
completare il tutto.
Sono rimasto particolarmente
colpito da nutrite comitive thailandesi che partivano all'imbrunire
a bordo di chiatte galleggianti sulle quali trascorrevano la notte,
usandole come discoteche galleggianti.
Un modo un po' insolito per stare assieme e festeggiare qualcosa.
Un’altra attrattiva degna di nota è
il parco storico di Prasat Muang Singh, un avamposto Khmer del
tredicesimo secolo, distante una quarantina di chilometri dalla
città, mentre abbiamo evitato come la peste il Wat Luang Ta Bua
(Tempio della Tigre) perché gli animali abbiamo sempre preferito
vederli in libertà, nel loro habitat naturale.
Partendo da Kanchanaburi, abbiamo effettuato il tratto della
cosiddetta “Ferrovia della morte” fino a Nam Tok, il quale
offre a mio avviso le vedute migliori all'altezza di Tham Krasae,
dove si trova tra l’altro una grotta scavata nella roccia affianco
al ponte, dentro la quale troneggia una grossa statua di Buddha.
Il tragitto è gradevole,
soprattutto in virtù del fatto che il treno si incunea in alcuni
punti tra speroni di roccia alti una trentina di metri e percorre
anche un ponte a traliccio di circa trecento metri, sfiorando sulla
sinistra la parete rocciosa, con una sensazione di vuoto sulle
destra, quando la veduta spazia sul sottostante Kwai Noi, tuttavia
non mi sentirei in verità di definire tale tratto ferroviario come
qualcosa di imperdibile, al pari delle vicine e piccole Sai Yok
Noi.
Lungo il River Kwai Noi ci sono varie
possibilità di alloggio.
Noi abbiamo alloggiato al River Kwai Resotel buon complesso gestito
dai Mon, raggiungibile unicamente in barca ed ubicato all'interno di
un bel tratto di foresta lungo la riva sinistra del Kwai Noi.
Purtroppo la quiete in quei giorni è stata irrimediabilmente rotta
da una nutrita comitiva di turisti russi, che hanno preso d'assalto
il Resotel ed il Jungle Rafts, altro alloggio gestito dalla medesima
compagnia.
L'armata russa era sensibilmente rumorosa e presentava modi davvero
poco eleganti di porsi, che stonavano decisamente nel contesto in
cui ci trovavamo. La sera, sgomitando tra loro, prendevano d'assalto
il buffet, stazionavano a bordo piscina e lungo la riva del Kwai
fino a tardi, schiamazzando e consumando decine di bottiglie di
superalcolici. Giornalmente nuotavano urlando in corrente dal Jungle
Rafts al Resotel, colorando di arancione il fiume con i loro
giubbotti salvagenti e rompendo indecorosamente il silenzio che si
può respirare lungo il fiume.
Sventolavano fasci di dollari come se si trattasse di fazzoletti di
carta e sembravano comprarsi tutto e tutti...
Dal Resotel
siamo andati a piedi alla Tham Lawa, una gigantesca grotta
lunga oltre cinquecento metri, ricca di stalattiti e popolata da
centinaia di pipistrelli. Da qui, tramite long tail abbiamo quindi
raggiunto il Parco Nazionale di Sai Yok , famoso per aver
prestato il set naturale al film “Il Cacciatore”, presso il quale si
trovano decine di zattere galleggianti dove dormire, a prezzi
decisamente contenuti.
L'ambiente circostante è gradevole, e pranzare presso uno dei
ristoranti galleggianti in questo punto può rappresentare una buona
esperienza, tuttavia le Sai Yok Yai sono davvero delle
piccole cascatelle, ed i percorsi all'interno del parco non sono
granché affascinanti. Il percorso lungo il fiume in long tail da Nam
Tok o dal Resotel fino alle stesse è carino, ma niente di
eccezionale a mio avviso. Insomma, il panorama circostante è
suggestivo, ma se si ha avuto la fortuna di addentrarsi lungo altri
fiumi asiatici, tipo il Tembeling river che conduce all'interno del
Taman Negara nella Malaysia peninsulare oppure lungo il Kinabatangan
nel Sabah, il River Kwai diventa davvero nulla al suo confronto.
Decisamente diverso a mio avviso l'Erawan National Park, la
cui bellezza è indiscutibile, e mi ha anche particolarmente colpito
il sistema adottato dai rangers per salvaguardarlo, dove lungo il
sentiero che conduce al settimo livello delle spettacolari cascate,
al terzo livello si viene perquisiti e viene confiscato ogni genere
di cibarie varie (da riprendere al ritorno). Vengono inoltre
appositamente segnate eventuali bottiglie o lattine che ci si porta
dietro, ed al ritorno dal percorso vige l'obbligo tassativo di
riportare i vuoti o le bottiglie/lattine piene, che vengono
riscontrate una ad una. Chi trasgredisce si becca una salatissima
multa. Consiglio davvero a tutti di trascorrere una giornata all'Erawan,
dormendo a Kanchaburi, oppure addirittura facendo un'escursione
giornaliera da Bangkok, la quale dista dal posto tre ore circa.
Straconsigliato, inoltre, il pranzo presso uno dei minuscoli
ristoranti presenti.
Per una mera
questione di tempo non abbiamo visitato l’Helfire Pass, altra
rinomata attrattiva della zona, al pari di altri parchi nazionali
sicuramente meritevoli di una visita, quali quello di Si Nakharin e
di Khao Laem.
Concludendo, direi che non è male a mio avviso trascorrere qualche
giorno sul Kwai, dove ci sono belle attrattive naturalistiche a
breve distanza da Bangkok, ma con il senno di poi farei base a
Kanchanaburi da cui mi muoverei giornalmente, piuttosto che a Sai
Yok, dove in sostanza la sera si è pressoché isolati, anche qualora
si scegliesse di dormire a Nam Tok, dove c'è comunque qualche
piccola alternativa per la cena.
|